I Figli del Capitano Grant by Jules Verne

I Figli del Capitano Grant by Jules Verne

autore:Jules Verne [Verne, Jules]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:15:07+00:00


CAPITOLO XII

LA FERROVIA DA MELBOURNE A SANDHURST

IL MAGGIORE, non senza una certa apprensione, aveva visto Ayrton lasciare l’attendamento di Wimerra per andare in cerca d’un maniscalco, ma delle sue personali diffidenze non fece parola e si accontentò di sorvegliare i dintorni del fiume. La tranquillità di quelle pacifiche campagne non fu affatto turbata, e dopo alcune ore il sole riapparve sull’orizzonte.

Da parte sua, Glenarvan non aveva altro timore che quello di vedere Ayrton ritornare solo, poiché, in assenza di operai, il carro non avrebbe potuto rimettersi in cammino. Il viaggio era interrotto forse per molti giorni, e Glenarvan, desideroso di giungere alla mèta, impaziente di riuscire nell’impresa, non ammetteva ritardi. Per fortuna, Ayrton non aveva perduto tempo, e l’indomani riapparve sul far dell’alba, accompagnato da un uomo che si diceva maniscalco della stazione di Black-Point, robusto, d’alta statura, ma d’aspetto brutale, che non predisponeva in suo favore. Ma questo importava poco, se conosceva il suo mestiere; in ogni modo l’operaio non parlava affatto e la sua bocca non pronunciava parole inutili.

— È abile? — domandò John al quartiermastro, che rispose:

— Non lo conosco più di voi, capitano; vedremo.

Il maniscalco si mise al lavoro; era un uomo che sapeva il fatto suo, e questo si vedeva da come riparò la parte anteriore del carro.

Lavorava rapidamente, con poco comune vigoria, ma il maggiore osservò che le carni dei suoi polsi, molto corrose, recavano un cerchio nero di sangue travasato; era il segno d’una ferita recente che le maniche d’una cattiva camicia di lana non riuscivano a nascondere.

Mac Nabbs interrogò il maniscalco su quelle corrosioni che dovevano essere dolorosissime, ma l’uomo non rispose e continuò il suo lavoro: e due ore dopo i guasti del carro erano riparati. Quanto al cavallo di Glenarvan, fu cosa breve, perché il maniscalco aveva avuto cura di portare con sé alcuni ferri pronti, che presentavano una particolarità che non sfuggì al maggiore. Su ciascuno di essi spiccava nella parte anteriore un trifoglio lavorato grossolanamente e che Mac Nabbs mostrò ad Ayrton.

— È la marca di Black-Point, — rispose il quartiermastro, — che permette di seguire le tracce dei cavalli che si allontanano dalla stazione e di non confonderle con altre.

In breve i ferri furono sistemati allo zoccolo del cavallo, poi il maniscalco chiese la sua ricompensa e se ne andò senza aver detto quattro parole.

Mezz’ora dopo i viaggiatori erano in cammino. Di là dalle cortine di mimosa si stendeva uno spazio largamente scoperto che meritava giustamente il nome di open-plaine.119 Alcuni frammenti di quarzo e di rocce ferruginose giacevano fra i cespugli, fra le alte erbe e le palizzate, dove erano chiuse numerose greggi; alcune miglia più avanti le ruote del carro solcarono profondamente terreni lacustri, dove mormoravano corsi d’acqua irregolari seminascosti sotto una cortina di canne gigantesche, poi costeggiarono vaste lagune salate, in piena evaporazione. Il viaggio continuava senza fatica, e, bisogna aggiungere, senza noia.

Elena invitava i cavalieri a farle visita uno per volta, perché le sue sale erano molto ristrette, ma ciascuno si riposava così della fatica di stare a cavallo e si ricreava conversando con quella deliziosa donna.



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